In questa serie di polaroid si inverte il consueto rapporto causale tra fotografante e fotografato: l’artista diviene modello, celando la sua identità dietro ad oggetti di uso quotidiano, di volta in volta differenti. La composizione sovverte, spazialmente e concettualmente, gli schemi ordinari, che vogliono il fotografo quale mezzo e non quale oggetto/soggetto fotografato. Nascondendo il proprio volto, e dunque la propria identità, dietro ad altri oggetti, egli riesce a plasmare la foto dall’esterno ed è legittimato ad essere altro come, del resto, ciascuno di noi, quando abbia il coraggio di sollevare la propria maschera sociale – o di cambiarla.